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Quest'articolo è stato aggiornato dalla Dott.ssa Luisella Troyer il giorno: domenica 11 agosto, 2024
La tua gamba ti dà prurito e dolore?
Una parte di essa è arrossata, dolente, con una situazione difficile da sopportare specie dopo lunghi periodi in piedi?
Potresti essere affetto da una brutta varice, trascurata magari da molti anni, che ora ha bisogno urgente di una terapia.
Leggi questa pagina per scoprire cos'è l'insufficienza venosa cronica, quali sono i sintomi che provoca e cosa puoi fare per porci rimedio.
L'insufficienza venosa cronica è una patologia che affligge le vene del corpo umano.
Le vene sono i vasi del corpo che formano la circolazione venosa, cioè la circolazione sanguigna che ha come compito quello di recuperare il sangue refluo, quindi il sangue deossigenato e privo di nutrimento che proviene dalle estremità dell'organismo, e riportarlo correttamente al cuore, dove potrà essere indirizzato verso i polmoni e quindi ri-ossigenato, ricominciando un altro ciclo.
Le vene, sebbene simili a livello tissutale, sono ben differenziate dalle arterie, che invece trasportano il sangue ossigenato e ricco di nutrimento.
La circolazione venosa si congiunge alla circolazione arteriosa alle periferie del corpo, ed insieme a essa forma il circuito cardiovascolare, che permette la nostra esistenza e che è pressoché eguale in tutti i mammiferi.
La tonaca interna delle vene, chiamata endotelio, è un tessuto particolarmente elastico, in cui sono presenti, disposte per tutta la lunghezza del vaso, particolari valvole organiche, che hanno il compito di condizionare in maniera univoca il flusso del sangue.
La circolazione venosa, difatti, come detto in precedenza ha il compito di raccogliere il sangue dalle periferie e portarlo verso il cuore.
Questa circolazione però, al contrario di quella arteriosa che ha il cuore come pompa principale nonché forza propulsiva, non ha una 'seconda pompa' per aiutare il flusso del sangue venoso.
Per tornare dunque al cuore, il sangue venoso ha bisogno del movimento dei muscoli, che avvolgono le vene della circolazione venosa profonda.
Camminando, quindi provvedendo al regolare movimento giornaliero, attiviamo quella che viene chiamata la pompa muscolare, che permette al sistema venoso delle nostre gambe, ad esempio, di sconfiggere la forza di gravità e tornare correttamente verso il cuore.
Le valvole venose aiutano questo meccanismo, impedendo il reflusso del sangue.
In Medicina, per 'insufficienza venosa' si definisce quella situazione in cui, per svariati motivi, questo meccanismo antireflusso del sangue venoso viene a mancare, oppure diviene deficitario.
In quel caso, la circolazione del sangue venoso viene compromessa, causa un ritorno controcorrente del sangue, che degenera a sua volta in un ristagno dello stesso.
Il segno del sangue a sua volta peggiora il degrado delle valvole e delle stesse vene, che da ben continenti divengono perciò incontinenti.
Una vena incontinente, quindi una vena che ha perduto la forma e il diametro originario e si è deformata in maniera abnorme, a volte contorcendo si è gonfiandosi in maniera contorta, si definisce varicosa.
L'insufficienza venosa cronica e quindi una degenerazione irreversibile di una vena, oppure di più vene, del sistema venoso, che si trasforma in una varice.
Soffri di prurito e calore alla gamba?Qualsiasi vena del corpo umano può deformarsi il reversibilmente per colpa dell'insufficienza venosa cronica.
Tuttavia, la grande maggioranza delle vene deformate per colpa della patologia venosa e localizzata nei vasi degli arti inferiori, cioè cosce e gambe.
Questo per un motivo molto chiaro e palese: le gambe supportano il peso di tutto il corpo, quindi anche il peso della circolazione venosa stessa.
Per via della forza di gravità, che tende ad attirare verso il centro del pianeta qualsiasi corpo dotato di massa, il sangue venoso tende a sedimentare verso il basso, aumentando quindi il rischio di incontinenza delle vene e quindi di reflusso venoso.
Le vene degli arti inferiori, in buona sostanza, devono subire una pressione maggiore rispetto alle vene della parte alta del corpo, e questo genera un maggiore rischio di sfinimento dei tessuti dell'endotelio e quindi, di conseguenza di inizio della patologia venosa cronica.
Soffri di prurito e calore alla gamba?I sintomi dell'insufficienza venosa cronica possono variare, in base a una serie di fattori oggettivi e soggettivi.
Il sintomo clinico immediatamente evidente di una vena divenuta varicosa e, ovviamente, la sua deformazione.
La vena incontinente subisce una drastica irreversibile modifica del proprio diametro, nonché della sua normale e anatomica conformazione retta e, grossomodo, lineare.
Cioè maggiormente visibile ad occhio nudo nelle vene superficiali, quindi le vene che compongono il sistema venoso presente sopra la fascia muscolare del corpo.
Attraverso la pelle e difatti immediatamente visibile qualsiasi genere di malformazione di una vena superficiale, soprattutto se di grande entità.
Tuttavia, l'incontinenza venosa può affliggere anche una vena più in profondità, e quindi poco visibile all'esterno.
Per diagnosticare un'insufficienza venosa profonda è dunque necessario un particolare esame ecografico chiamato eco-color-doppler.
L'eco-color-doppler, grazie all'utilizzo delle onde sonore, riesce perfettamente a visualizzare a video le immagini dei vasi interni, quindi sia vene che arterie, permettendo dunque al Medico esperto, cioè un Medico Angiologo, di valutare l'eventuale deformazione del diametro della vena causato dalla malattia venosa cronica.
Oltre alla deformazione visiva, come detto in precedenza visibile oppure non immediatamente visibile, una vena divenuta varicosa può dare però ben altri sintomi al soggetto che ne è affetto.
Una vena divenuta incontinente può difatti essere molto fastidiosa, dando come una sensazione di pesantezza, di gonfiore e, in generale di fastidio.
Tale fastidio spesso è percepito come un peso diretto sulla gamba, di solito in corrispondenza dell'ectasia della varice.
Questa sensazione di pesantezza a volte genera un vero e proprio fastidio difficilmente sopportabile, specie dopo molte ore in piedi, in particolare modo durante le posizioni ortostatiche.
Alla sensazione di pesantezza, complice il ristagno amento del sangue refluo venoso non ossigenato, si può aggiungere una sensazione di calore, che a volte può diventare molto intenso e molto disturbante, obbligando il paziente a provvedere ad impacchi freddi sulla gamba, in corrispondenza della varice.
Questa sensazione di intenso calore è spesso accompagnata anche da un prurito, differente dal solito prurito dermatologico, poiché sembra provenire dall'interno della gamba, e non dalla pelle.
E laddove sia presente una Trombosi Venosa Profonda, quindi un trombo in una vena sotto la tonaca muscolare, la sintomatologia peggiora, e alla pesantezza e aggiunto anche l'intenso dolore, talmente acuto da impedire al paziente anche i più comuni movimenti.
Vene varicose trascurate da diverso tempo, mai curate oppure anche solo mitigate da una terapia conservativa, possono degenerare in profonde ulcere venose, quindi lesioni croniche e dalla guarigione molto lenta (o addirittura assente), estremamente difficili da curare.
Soffri di prurito e calore alla gamba?Al contrario di quello che molti prodotti topici (soprattutto, creme e gel) promettono, nessuna crema potrà mai curare le vene varicose, cioè il sintomo visibile dell'insufficienza venosa cronica.
Le comuni creme e gel topici venduti come terapia sintomatologica per le vene varicose, in realtà danno solo un limitato effetto palliativo rinfrescante, causato dalla loro rapida evaporazione una volta applicate.
Non hanno nessun effetto sul tessuto malato delle vene, e non curano niente.
Una vena ormai divenuta incontinente, quindi irrimediabilmente danneggiata, non può tornare allo stato originario.
La Medicina o la Chirurgia moderna, benché molto avanzate, purtroppo non possono riportare a una situazione di normalità le vene ormai dilatate e divenute varicose.
Questo vale sia per le vene del sistema venoso superficiale che di quello profondo.
Ecco perché la terapia in caso di accertata insufficienza venosa cronica prevede la distruzione o l'asportazione della vena malata, laddove ciò sia ovviamente possibile.
Nel caso delle vene del sistema venoso profondo, tale approccio non è praticabile, quindi la terapia è giocoforza esclusivamente conservativa.
Soffri di prurito e calore alla gamba?La safena, il cui nome corretto e scientifico e vena grande safena, è la principale vena del sistema venoso superficiale degli arti inferiori.
È un organo bilaterale, (pari in gergo medico), ed è quindi presente in entrambi gli arti inferiori.
Origina dal dorso del piede e sale lungo la caviglia, il polpaccio e prosegue sulla coscia, dove si unisce poi, all’altezza dell’inguine, alla vena femorale, cioè il principale vaso del sistema venoso profondo, nella tipica giuntura a V che viene chiamata crosse safeno-femorale
La grande per la safena è molto spesso ben visibile da sotto l'epidermide, ed è quindi ben conosciuta all'essere umano da millenni.
Già il suo nome, safena, molto probabilmente proviene dall'arabo 'el safin', che vuol dire ‘la visibile’.
La safena ha il compito principale di raccogliere tutto il sangue refluo delle vene collaterali del sistema venoso superficiale, e funge quindi da colonna portante della circolazione venosa superficiale, convogliando poi il sangue venoso verso la vena femorale.
Nonostante la lunghezza, la grande villa safena comunque riesce a raccogliere solo il 5% circa di tutta la circolazione venosa degli arti inferiori.
Essendo dunque una vena a cui fanno riferimento tante vene collaterali, la grande viene safena e spesso affetta in maniera massiccia dalla malattia venosa cronica.
Sei una parte della grande vena safena diviene incontinente, quindi varicosa, possono esserci problemi a catena a tutte le altre bene con laterali, che allora volta possono divenire incontinenti.
Un'insufficienza safenica spesso non è immediatamente visibile, ma piuttosto divengono visibili le varici delle vene collaterali, dando il sintomo più tipico delle vene varicose alle gambe.
Per diagnosticare con esattezza l'insufficienza di parte della grande villa safena, è necessario anche in questo caso eseguire un esame di eco-color-doppler.
L'insufficienza venosa safenica è, statisticamente, la patologia più comune del sistema venoso superficiale, ed affligge ogni anno, solo in Italia, centinaia di migliaia di persone.
Soffri di prurito e calore alla gamba?Come detto in precedenza, una vena ormai deformata e divenuta varicosa deve essere necessariamente trattata, a livello medico oppure chirurgico.
Allo stato attuale della Medicina, non esistono farmaci in grado di riportare a condizione originaria una vena con endotelio danneggiato e valvole sfibrate, e i farmaci che correttamente si vendono in farmacia, o che vengono prescritti dai Medici di Medicina Generale sono tutt'al più degli integratori flebo tonici, e agiscono principalmente sui sintomi ma non sulle cause della malattia venosa cronica.
Fino a vent'anni fa circa, le vene ormai varicose si asportavano chirurgicamente, mediante una procedura chiamata stripping.
Lo stripping, come il nove lascia intuire, era una tecnica che letteralmente strappava via la vena malata (quasi sempre la grande vena safena) con una procedura abbastanza cruenta ed al decorso operatorio decisamente doloroso e poco agevole.
Da una ventina di anni a questa parte, complice l'enorme avanzamento della tecnologia, ormai lo stripping è stato quasi completamente soppiantato dalle tecniche termo ablative.
Tali tecniche, totalmente endoscopiche e mini invasive, non prevedono più lo strappo della vena malata, bensì una cauterizzazione del vaso dall'interno, mediante un piccolissimo sondino in grado di generare una certa quantità di calore.
Tale calore è ottenuto per mezzo della radiazione laser oppure della radiofrequenza.
Emettendo quindi questo calore, per mezzo di laser o radiofrequenza, il Medico specialista riesce a cauterizzare sul momento la vena malata, chiudendola e quindi risparmiando al paziente la sua asportazione chirurgica.
Queste tecniche innovative hanno ormai completamente soppiantato lo stripping e anche le tecniche CHIVA, che negli anni 80 avevano provato a risolvere il problema dell'insufficienza venosa safenica risparmiando la safena stessa (con scarso successo statistico).
Le tecniche termo ablative funzionano in maniera ottimale, ma hanno un problema: non possono operare con efficacia in caso di vene particolarmente contorte e deformate.
In quel caso la soluzione ottimale è quella di ricorrere alla sclerotizzazione, quindi alla chiusura artificiale della vena mediante un particolare il farmaco a base di polidocanolo.
Tale farmaco è miscelato, per mezzo di particolari pompe manuali od automatiche, con l'aria, formando quindi un avere propria mousse.
Tale mousse, chiamata scleromousse, viene iniettata direttamente nella vena malata, spesso sotto guida ecografica.
Il farmaco sclerosante provoca un'irritazione chimica dell'endotelio, che si restringe e chiude completamente il diametro della vena, di fatto sclerotizzandola.
La scleromousse è un trattamento divenuto ormai estremamente efficace, con cui è possibile trattare sia la grande vena safena o, ancor meglio, le sue collaterali superficiali.
Soffri di prurito e calore alla gamba?Com'è noto, l'ossigeno è un gas fondamentale per i processi metabolici del nostro corpo.
Attraverso il suo potere ossidante (cioè in grado di legarsi facilmente ad altri elementi chimici), l'ossigeno è utilizzato dalle nostre cellule per la cosiddetta 'respirazione cellulare', cioè quel processo chimico in grado di convertire glucosio e lipidi in molecole di adenosina trifosfato, il famoso ATP.
L'ATP, carico di enorme energia chimica potenziale, viene quindi utilizzato da ogni tessuto del nostro corpo, per dare l'energia-lavoro necessaria alla nostra stessa sussistenza.
Gli eritrociti, cioè i globuli rossi del nostro sangue, grazie alla nota emoglobina (contenente ferro, metallo di facile ossidazione) contenuta negli stessi, riescono a 'caricarsi' dunque d'ossigeno, trasportando il gas in ogni punto del corpo attraverso la circolazione arteriosa.
La stasi venosa, ovverosia il ristagno del sangue refluo (svuotato dell'ossigeno) peggiora il regolare ritorno degli eritrociti senza più prezioso gas, il che degenera in una pessima vascolarizzazione.
Ecco perché, se non curate, le varici portano quasi sempre allo sviluppo di lesioni croniche e permanenti, chiamate ulcere.
La malattia venosa cronica e le vene varicose che essa genera sono una patologia inguaribile, cronica e degenerativa.
Ciò vuol dire che quando una vena si ammala e si deforma tale problema è destinato a peggiorare nel tempo, dando al soggetto che lo manifesta sintomi sempre più gravi, sempre più invalidanti e sempre più pericolosi per la salute.
All'aumentare della varice aumenta anche il reflusso sanguigno, quindi la stasi venosa.
Questo peggiora l'ossigenazione dei tessuti non solo della vena stessa, ma anche dei tessuti superficiali o adiacenti alla varice.
Questo si tramuta in una escalation dei sintomi percepiti dal paziente: la fatica, il senso di pesantezza della gamba afflitta dalla varice aumentano, così come aumenta il prurito, l'arrossamento e l'estremo calore dell'arto, che a volte diviene quasi insopportabile.
Anche i brevi periodi in piedi in posizione ortostatica diventano sempre più insostenibili, e la pelle adiacente alla vernice comincia a cambiare di colore, divenendo al contempo dura, squamosa e particolarmente scura.
Continuando ad ignorare i sintomi della varice si può arrivare all'ultima parte dell'insufficienza venosa cronica, cioè al sintomo peggiore che metto in pericolo tutto l'arto: l'ulcera venosa.
L'ulcera venosa è una lesione cronica che si manifesta poco sopra la varice, e che non tende a guarire spontaneamente.
La mancanza di guarigione è dovuta ad una pessima vascolarizzazione della ferita stessa, dovuta a sua volta al ristagno di sangue refluo (quindi non ossigenato) contenuto nell'ectasia della vena.
Guarire un'ulcera venosa è estremamente complesso, e richiede grandi competenze di Vulnologia, cioè quella parte della Chirurgia Vascolare che si occupa esclusivamente delle lesioni croniche.
Se l'ulcera venosa è trascurata per lunghi periodi può infettarsi, dando origine a gravi problematiche come la necrosi della parte malata o, addirittura, una setticemia.
Soffri di prurito e calore alla gamba?Le calze elastiche compressive ad uso medico sono dei particolari ausili, costruiti in un particolare materiale con una trama ben specifica, utilizzati per velocizzare e massimizzare il flusso venoso e il suo ritorno verso il cuore.
Esistono di varie forme, tipologie e gradi di compressione, e sono degli ausili eccezionalmente validi per contrastare l'insufficienza venosa cronica, ma non sono curativi.
Questo vuol dire che le calze elastiche non curano l'origine delle varici, bensì nel minimizzano i sintomi.
Indossando le calze elastiche ben prescritte, della misura giusta e del grado di compressione adeguato, il paziente trova subito giovamento e beneficio, ma ciò è comunque un ausilio palliativo.
Levate le calze elastiche l'insufficienza venosa cronica riprende la consueta sintomatologia, quindi la pesantezza, il prurito e il fastidio alla gamba malata ricominciano.
Le calze elastiche sono quindi un fenomenale aiuto sintomatologico, ma non risolvono il problema a monte, cioè l'insufficienza venosa cronica, che deve altresì essere risolto a livello medico o chirurgico.
Soffri di prurito e calore alla gamba?L'elastoterapia è una terapia medica che si basa sull'uso costante di particolari tutori elastici, a foggia di calza.
Ne esistono di svariate tipologie, di svariati gradi di compressione e di varie trame, a seconda della problematica che devono risolvere.
Il loro uso si basa su un semplice presupposto: una compressione graduata sull'arto inferiore, maggiore verso il piede e via via minore risalendo gamba e coscia, permette al sangue venoso di velocizzare il suo flusso, impedendone il ristagno causato dall'insufficienza venosa.
La compressione elastica sfrutta ogni movimento muscolare delle gambe, anche minimo, per massimizzare la pompa dei polpacci, portando quindi beneficio pressoché immediato ai pazienti affetti da varici.
Le calze elastiche, per quanto strumenti spesso indispensabili per trattare i sintomi delle varici, non sono curative: semmai, tamponano il problema, impedendo che degeneri in maniera veloce.
In estate, cioè nel periodo caldo dell'anno, i problemi dei pazienti affetti da insufficienza venosa cronica peggiorano in maniera significativa.
Questo perché il caldo, cioè l'aumentare della temperatura, provoca il noto effetto di vasodilatazione.
La vasodilatazione è quel fenomeno biologico che aumenta il diametro dei vasi, quindi vene e arterie del corpo umano.
La vasodilatazione, sebbene sia un fenomeno naturale che, in situazioni non patologiche, non causa nessun problema, in condizioni di insufficienza venosa cronica diventa un fattore peggiorativo della situazione.
La vena varicosa, quindi già dilatata in maniera abnorme, diviene ancor più dilatata e quindi il reflusso di sangue ristagnante aumenta e peggiora.
Questo, di conseguenza, peggiora la sintomatologia generale: il fastidio e la pesantezza della gamba malata aumentano, il prurito diviene difficilmente sopportabile e, soprattutto, il calore della parte vicina alla varice diviene veramente eccessivo.
L'aumento di questi sintomi spesso mette in grande agitazione il paziente, che quindi corre immediatamente dallo specialista Angiologo dopo che, solitamente, durante l'inverno aveva ignorato i sintomi dell'insufficienza venosa cronica.
Soffri di prurito e calore alla gamba?Nel caso si manifesti un prurito, un dolore, un fastidio generalizzato, magari associato a sensazione di forte calore ad una gamba, è meglio consultare un Medico specialista.
Il professionista sanitario specializzato esclusivamente nel sistema vascolare è il Chirurgo Vascolare, conosciuto comunemente anche come Angiologo.
Il Chirurgo Vascolare è il Medico specializzato in tutto il sistema vascolare umano, quindi sia il sistema venoso che quello arterioso, ed è l'unico professionista con le competenze necessarie per diagnosticare l'insufficienza venosa cronica, la presenza di varici e, eventualmente, trattare i problemi vascolari.
Il Chirurgo Vascolare, o Medico Angiologo che dir si voglia, provvede all'esame clinico del paziente, e conclude la visita angiologica con un particolare esame chiamato eco-color-doppler.
L'eco-color-doppler è un esame ecografico completamente indolore, facile, veloce ed estremamente sicuro, in grado di diagnosticare con chiarezza le eventuali varici interne alle gambe, indirizzando quindi il medico verso la giusta terapia.
Soffri di prurito e calore alla gamba?La Dott.ssa Luisella Troyer è un Chirurgo Vascolare di Milano, esperta in Flebologia e nella diagnosi e nella cura delle vene varicose.
Ascoltala mentre ti spiega da cosa sono causate le varici, come si possono diagnosticare e, soprattutto, come si possono curare.
Sono un Medico Angiologo specialista in Flebologia, e mi occupo della salute e del benessere delle gambe da oltre trent'anni.
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La Dott.ssa Luisella Troyer è un Medico Chirurgo, specializzata in Chirurgia Vascolare e perfezionata nelle patologie linfatiche, in Oncologia Linfatica, in Proctologia, in Podoiatria e in Vulnologia.
Nella sua trentennale professione si è focalizzata sulla cura e sul trattamento (anche chirurgico) delle lesioni croniche a decorso ulcerativo, sulla corretta diagnosi e terapia del linfedema e sulla particolare cura e gestione del paziente oncologico pre e post chirurgia.
È uno dei pochi Medici in Italia ad occuparsi della complicata gestione dei pazienti con linfedema primitivo (congenito), e particolare attenzione è stata sempre rivolta alla diagnosi e alla gestione della paziente affetta da lipedema, malattia per la quale la Dottoressa ha sempre richiesto l’adeguato riconoscimento come reale patologia, distaccata dalla semplice obesità o adiposità localizzata.
Il suo approccio terapeutico per i pazienti linfatici è basato sulla Terapia Complessa Decongestionante, e su un follow-up preciso, puntuale e costante, comprensivo di particolare riguardo alla cura della cute e al linfobendaggio.
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