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Quest'articolo è stato aggiornato dalla Dott.ssa Luisella Troyer il giorno: domenica 11 agosto, 2024
Il sistema vascolare (chiamato anche apparato circolatorio o cardiovascolare) è tutto l'insieme degli organi e delle strutture di raccordo del corpo umano deputate al trasporto di fluidi, in particolar modo del sangue.
Lo scopo principale del sistema cardiovascolare è fornire alle cellule del corpo tutti gli elementi necessari al loro sostentamento, redendo quindi possibile l'esistenza.
Il sistema linfatico è quel complesso e ramificato sistema di sottilissimi vasi linfatici, a cui sono collegati i linfonodi, il timo, la milza e le tonsille.
Il sistema linfatico percorre tutto il corpo umano, dalla testa sino ai piedi, e ha due compiti principali : la produzione e l'invio per tutto l'organismo della risposta immunitaria contro qualsiasi genere di aggressione esterna (batteri, virus, parassiti, ecc.) e, sparallelamente, il corretto drenaggio della linfa prodotta dagli organi e parte del naturale processo metabolico.
Sia il sistema vascolare che quello linfatico sono essenziali per la vita non solo dell'essere umano ma di tutti i mammiferi, e la loro regolare funzione è imprescindibile per assicurare l'esistenza biologica e la buona salute generale del soggetto.
Essendo un apparato quanto mai complesso e in cui giocano un ruolo chiave avanzate reazioni fisico-idrauliche, elettro-motorie e chimico-fisiche, il sistema cardiovascolare è soggetto a numerose patologie, sia agli organi che lo compongono che ai vasi sanguigni che mettono in comunicazione i fluidi.
Varie sono le specializzazioni mediche che studiano l'anatomia e le patologie che colpiscono i vasi sanguigni e quelli linfatici: la chiurgia vascolare, la cardiologia, la cardiochirurgia, la linfologia e l'angiologia sono le branche principali, a cui si aggiungono anche le sotto-specializzazioni come la flebologia.
A seconda del tipo di patologia, quindi, è disponibile un medico specialista che tratta con esperienza un particolare settore dell'apparato cardiovascolare.
Qui di seguito è riportata una lista delle principali patologie del sistema vascolare e linfatico, con una loro breve descrizione.
Per edema si intende il gonfiore di una zona del corpo, solitamente riferita agli arti inferiori.
Esistono tanti tipi di edemi, quelli fisiologici e quelli patologici.
Gli edemi fisiologici sino quelli che compaiono quando si sta tanto in piedi, durante l’estate, in corso di gravidanza, e nella fase premestruale.
Tutti questi sono edemi transitori che regrediscono spontaneamente.
Vi sono edemi da disfunzione cardiaca, quelli in corso di malattie renali ed epatiche che andranno valutati dagli appositi specialisti.
Gli edemi da disuso interessano tutti coloro che per svariati motivi si muovono poco o non si muovono affatto, le persone molto anziane, tutti coloro che fanno uso di sedia a rotelle, tipo le SLA, la sclerosi mulpipla, le para e tetraplegie, il Parkinson, l’Alzheimer.
Infine ci sono il linfedema e gli edemi di natura flebologica.
Il lipedema è un accumulo abnorme e sproporzionato di adipe, localizzato prevalentemente su fianchi, cosce e caviglie.
Colpisce quasi esclusivamente il sesso femminile, ed è una patologia di origine presumibilmente genetica.
Negli stadi avanzati, la paziente (oltre alla depressione psicologica) sperimenta anche dolore agli arti inferiori, stanchezza e difficoltà di movimento.
È una patologia cronica ed irreversibile, che può attualmente essere contrastata solo ricorrendo alla chirurgia, per mezzo della liposuzione.
La diagnosi tempestiva del lipedema e l'eventuale intervento chirurgico sono le uniche armi a disposizione, allo stato dei fatti, per portare sollievo alle pazienti affette da lipedema.
Scopri di più sul lipedema, clicca quiIl sistema vascolare umano è in tutto e per tutto un vero e proprio sistema idralulico, dalla natura progettuale complessa ma dallo schema tutto sommato semplice.
Anche se all'apparenza sembra un sistema unitario, il sistema vascolare è composto da tre condotti distinti, che si uniscono tra di loro in punti specifici: il sistema arterioso, il sistema venoso e il sistema linfatico.
A differenza dei primi due, che formano un sistema chiuso, il sistema linfatico è l'unico definito 'aperto', poiché le estremità dei vasi linfatici non si uniscono tra di loro, ma si estendono 'a ragnatela' direttamente nello spazio interstiziale degli organi.
Il linfedema è l'accumulo patologico di liquido linfatico nel tessuto sottocutaneo ed è una patologia cronica irreversibile ad andamento evolutivo.
La circolazione linfatica inizia dai tessuti più periferici fino a organizzarsi in sottili vasi scorrono vicino alle vene e ha la stessa direzione di flusso dal basso verso l’alto.
L’edema linfatico è caratterizzato da un elevato contenuto proteico: la concentrazione proteica interstiziale determina un‘infiammazione cronica che induce lo sviluppo di una progressivo indurimento dei tessuti esponendo il paziente ad infezioni e a lesioni della pelle.
Il linfedema può interessare gli arti superiori, gli arti inferiori, il volto, i genitali, le mammelle e la parete addominale.
Esteticamente il linfedema ha una consistenza dura, la pelle può essere normale, biancastra o arrossata nella parti più inferiori, e ci può essere intensa desquamazione senza però dolore.
Viene distinto in linfedema primitivo (o essenziale) e linfedema secondario.
Il linfedema primitivo si manifesta alla nascita o nelle decadi di vita successive sino a dopo la settima, a causa di malformazioni congenite del sistema linfatico (mancato sviluppo delle vie linfatiche associate a malformazione dei linfonodi delle principali stazioni linfatiche).
Il linfedema secondario, largamente il più diffuso, compare in seguito ad interventi di chirurgia oncologica (mammella, utero, vescica, prostata, ecc ecc.), chirurgia ortopedica, in seguito a traumi, a trapianto renale, a radioterapia, ecc ecc.
Secondo l'OMS, attualmente in Italia si verificano 40.000 nuovi casi all'anno e l’incidenza della patologia tende ad aumentare.
Per approfondire la patologia del linfedema, consulta questa pagina informativa.
Scopri di più sul linfedema, clicca quiLe varici o vene varicose, sono vene dilatate degli arti inferiori dovute a malattia del sistema venoso superficiale, della vena grande e vena piccola safena.
In genere esiste una predisposizione familiare e colpisce chi sta molto in piedi, oppure anche chi lavora al caldo (cuochi, stiratrici et similia) .
Le varici interessano molto frequentemente la vena grande, la vena piccola safena e rami collaterali formando grappoli di vene dilatate con sintomi che sono gonfiore della gamba interessata, pesantezza, senso di tensione, dolore e calore della pelle per stasi della circolazione venosa.
Le vene varicose si curano con intervento laser, con la radiofrequenza, con lo stripping (ora meno utilizzato poiché molto invasivo) e, in alcuni casi, con la scleroterapia.
Laddove l’intervento chirurgico fosse controindicato, le varici si possono curare con calze elastiche e terapia medica.
Scopri di più sulle vene varicose, clicca quiLa Trombosi Venosa Profonda (TVP) è la formazione di un trombo all’interno della circolazione venosa profonda e colpisce soprattutto le vene degli arti inferiori.
Il trombo se non è preso in tempo si può estendere ad ampi tratti dei vasi venosi fino all’addome, risalendo e provocando l’embolia polmonare, nel caso in cui si staccasse un frammento dello stesso trombo ed esso arrivasse ai polmoni (condizione molto grave e talvolta fatale).
La TVP può avvenire dopo lunghi periodi a letto, dopo interventi chirurgici, fratture, in corso di malattie oncologiche durante la chemioterapia, in corso di assunzione di pillola anticoncezionale; più raramente esistono delle malattie genetiche che provocano alterazioni della coagulazione infine come complicanza di tromboflebite in malattia varicosa.
I sintomi sono edema della gamba (si intende gamba dal piedi fino al ginocchio, e coscia dal ginocchio all’inguine) o di tutto l’arto inferiore, dolore intenso, arrossamento della pelle e difficoltà a camminare e dolore importante.
La diagnosi viene fatta con EcoColorDoppler agli arti inferiori e la terapia consiste in anticoagulanti e uso di opportune calze elastiche.
Scopri di più sulla Trombosi Venosa Profonda, clicca quiLa Trombosi Venosa Superficiale (TVS) è la formazione di un trombo all’interno della circolazione superficiale che più frequentemente interessa le vene varicose, la grande safena e la piccola safena. soprattutto se non sono curate per tempo.
La TVS può interessare anche solo delle varicosità isolate ed i sintomi sono dolore, intenso arrossamento dei vasi interessati, infiammazione, formazione di indurimento delle vene.
La diagnosi viene fatta con EcoColorDoppler agli arti inferiori e la terapia consiste in anticoagulanti e uso di opportune calze elastiche per poi affrontare l’intervento chirurgico (laser, radiofrequenza o stripping).
Scopri di più sulla tromboflebite, clicca quiSi chiamano teleangectasie i capillari che si vedono su quasi tutte le gambe delle donne (a volte anche in altre parti del corpo, come il viso). La maggior parte delle volte non sono una patologia vera e propria, e costituiscono un problema squisitamente estetico.
Quando compaiono è comunque sempre bene fare una visita angiologica e un EcoColorDoppler venoso agli arti inferiori, per escludere che vi siano varicosi.
Nel caso l'esame desse esito positivo in tal senso, sarà necessario trattare dapprima le vene varicose e poi le teleangectasie .
Se invece il problema è solo estetico, il paziente può decidere di eliminarle con scleroterapia o con laser terapia.
Scopri di più sulle teleangectasie, clicca quiSi definisce Sindrome Post-Trombotica quella situazione che si viene a creare in seguito a una TVP non curata negli anni o a una malattia varicosa non risolta o non curata.
La stasi venosi determina un edema costante alle gambe che peggiora alla sera e che a lungo andare determina la sofferenza dei tessuti e della pelle nella zona appena sopra la caviglia.
La pelle nel tempo diventa color rosso-brunastro, molto sottile, lucida ed estremamente fragile.
I tessuti sotto la pelle di induriscono diventando molto dolenti e la gamba assume una caratteristica forma a collo di bottiglia rovesciato.
Questa situazione è irreversibile e pericolosa per la formazione di ulcere.
È importante per questo prevenire tale situazione consultando un angiologo, usando calze elastiche e farmaci prescritti dallo specialista.
Scopri di più sulla Sindrome Post-Trombotica, clicca quiL'ulcera è una lesione cronica della pelle o di un generico tessuto epiteliale, caratterizzata da una guarigione estremamente lenta, in molti casi del tutto assente.
La lenta o assente cicatrizzazione è data dalla scarsa ossigenazione, a sua volta conseguenza di un problema di natura vascolare.
In seguito alla Sindrome Post-Trombotica, un piccolo graffio, un traumatismo (o anche spontaneamente) si possono trasformare rapidamente in ulcere, divenendo quindi ferite aperte che non guariscono da sole e che generalmente sono localizzate internamente vicino alla caviglia per poi estendersi fino a diventare molto ampie e dolorose.
Il tessuto infatti è patologico e non ha più la capacità di guarire normalmente e spontaneamente, e per questo necessita sempre di un trattamento medico.
Le ulcere venose possono diventare molto estese, se non curate: è quindi necessario medicarle, far uso di opportune calze elastiche e di farmaci sempre prescritti dall’Angiologo.
Estremamente pericolose sono le ulcere del cosiddetto 'piede diabetico': delle lacerazioni che non guariscono spontaneamente e che, molto spesso, purtroppo portano all'amputazione di dita del piede, del piede stesso o anche della caviglia.
Scopri di più sulle ulcere, clicca quiL'arteriopatia è una malattia cardiovascolare in maniera generica, che può colpire le coronarie causando gli infarti, localizzandosi alle carotidi causando gli ictus, oppure colpendo gli arti inferiori causando arteriopatia periferica e l’aorta addominale causando gli aneurismi.
Tra i differtenti tipi di arteropatie, particolarmente diffusa risulta l'arteriopatia perifetica degli arti inferiori (AOCP), una patologia causata dalla ridotta circolazione del sangue nelle arterie che confluiscono negli arti inferiori.
È una patologia che è generata dall'aterosclerosi, ossia un progressivo ed irreversibile restringimento del calibro delle arterie, che comporta un non più idoneo e sufficiente afflusso di sangue ai tessuti.
Tale condizione è favorita dai fattori di rischio, alcuni genetici e propri del sesso d'appartenenza ed alcuni invece esterni, indotti da stili di vita malsani (ad esempio il tabagismo o un'alimentazione ricca di grassi).
La terapia della AOCP si basa in primis sulla prevenzione e sulla modifica degli stili di vita del paziente: smettere di fumare, curare l'alimentazione apportando un nutrimento equilibrato e riducendo la quantità di grassi saturi e zuccheri e, non meno importante, l'inizio di un percorso d'attività fisica controllato, aumentando in particolar modo l'esercizio aerobico.
A questi provvedimenti bisogna quasi sempre associare una cura medica, che mira a ridurre la formazioni di trombi all’interno delle arterie ammalate tramite aggreganti piastrinici.
L'angioplastica è un'efficace terapia non chirurgica e poco invasiva, che s'effettua per mezzo di una sonda arteriosa con incluso uno speciale palloncino gonfiabile: l'obiettivo della sonda sono le placche che ostruiscono la luce delle arterie e che possono dar luogo alle occlusioni trombotiche.
Per mezzo del palloncino si provvede a dilatare opportunamente il vaso, aumentando quindi la luce ed eventualmente regolando il nuovo diametro per mezzo di particolari piccole retine di metallo chiamate stent.
L'intervento prettamente chiurgico per il trattamento delle arteriopatie è usato generalmente come ultima soluzione nei casi più gravi, con occlusioni più estese.
Le emorroidi sono dei plessi artero-venosi anatomicamente presenti nel canale anale, del tutto asintomatici in situazioni di normalità.
La loro funzione è quella di vascolarizzare sufficientemente i tessuti del canale anale e, moderatamente, contribuire alla continenza fecale.
Per una serie di cause e fattori scatenanti (tra i quali la stipsi cronica, la gravidanza, il momento del parto e una scorretta alimentazione), questi cuscinetti emorroidali possono rigonfiarsi ed estrudere così dalla loro posizione anatomica normale, generando quella che è chiamata la malattia emorroidale.
Le emorroidi patologiche sono, assieme alla carie dentale, la prima patologia assoluta dell'essere umano, in tutto il mondo.
Nel corso dei secoli, datosi la grande frequenza dell'incidenza della patologia e il gran numero di persone coinvolte, innumerevoli sono stati i tentativi, medici e chirurgici, di cura delle emorroidi ormai prolassate.
Attualmente, oltre ai protocolli chirurgici tradizionali, sono disponibili avanzati trattamenti sclerotizzanti con scleromousse stabilizzata, totalmente indolore, che hanno stravolto l'approccio terapeutico alla patologia emorroidale.
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L'infarto è una necrosi di un generico tessuto, dovuta ad una grave ed improvvisa mancanza di flusso sanguigno (ischemia).
Ha sintomi differenti a seconda dell'organo interessato dal deficit sanguigno, ma generalmente comporta un acutissimo dolore, sebbene per infarti di piccole dimensioni spesso sia asintomatico.
L'insufficienza sanguigna è da imputare ad un'occlusione improvvisa di una delle arterie che portano il sangue verso l'organo (o parte di esso) colpito da infarto, e nella maggior parte dei casi ciò è causato dell'aterosclerosi.
In genere, col termine 'infarto' ci si riferisce all’infarto cardiaco, ma in realtà il deficit sanguigno può colpire la vascolarizzazione di qualunque organo: esiste ad esempio l’infarto cerebrale, polmonare ed anche intestinale.
Parlando del classico infarto cardiaco, quando le arterie coronarie che nutrono il cuore (il propulsore vascolare) si restringono per fumo ipertensione, colesterolo alto, diabete o altre cause, il muscolo soffre dando come sintomo l’angina pectoris, che spesso anticipa l’infarto.
Quando una coronaria si chiude, viene a mancare l’apporto di ossigeno a una parte del cuore, che muore, diventando tessuto cicatriziale e rendendo l'organo più debole.
Oggi si può intervenire tempestivamente inserendo degli stent che riaprono le coronarie colpite in modo che la zona di muscolo interessata continui a ricevere sangue.
I fattori di rischio dell'infarto sono principalmente l'aterosclerosi, il fumo, l'obesità od il sovrappeso, la vita sedentaria, l'abuso di alcol, l'ipertensione, alti livelli di colesterolo cattivo (LDL) e bassi livelli di colesterolo buono (HDL) ed ovviamente il diabete.
L'ischemia prolungata (ictus o attacco cerebrale) del tessuto cerebrale è un infarto del cervello.
Esattamente come l'infarto cardiaco, si verifica in presenza di un deficit sanguigno alle carotidi e le vertebrali, ossia le arterie che irrorano il cervello.
Quando si formano delle placche a livello di queste arterie, che nel tempo peggiorano o si chiudono, o si si staccano microframmenti (emboli) che seguono il flusso sanguigno e vanno ad occludere i vasi del cervello, si ha l'apoplessia.
A livello squisitamente scientifico, l'ictus ischemico propriamente detto è il blocco della circolazione di un vaso sanguigno, che si differenzia dall'ictus emorragico poiché, in quest'ultimo caso, vi è un sanguinamento diretto del cervello o della zona ad esso circostante.
In entrambi i casi, il risultato sul paziente colpito da ictus è la perdita della funzionalità di una zona (porzione) del cervello, di carattere permamente o transitorio (TIA - Attacco Ischemico Transitorio) a seconda dei casi, della gravità e, non meno fondamentale, del tempo d'intervento nelle cure.
Durante un attacco di ictus il tessuto cerebrale non riceve ossigeno e muore causando danni più o meno gravi, compresa l'emiparesi.
L’ictus spesso avviene anche per motivazioni cardiologiche, e necessita quasi sempre di trattamento urgente, sia farmacologico che, in caso di ictus emorragico, chirurgico.
La diagnosi precisa di ictus viene fatta dalle tecniche neuroradiologiche come la Tomografia Assiale Computerizzata (TAC) e la Risonanza Magnetica Nucleare, fondamentali per confermare il sospetto clinico, quantificarne gli eventuali danni oppure escludere la concomitanza di altre patologie od elementi di disturbo.
L'ictus ischemico ha quasi sempre origine da un fattore di rischio conclamato: il tabagismo, alti livelli di colesterolo, il diabete mellito, aritmie cardiache, l’aterosclerosi.
I sintomi di un ictus sono variabili da caso a caso, e possono comprendere (tra gli altri): paresi totale o parziale di porzioni o lati del corpo (con relativa insensibilità), difficoltà di parola o alla comprensione della stessa, difficoltà di movimento od incapacità totale dello stesso, perdita di visione di una parte del campo visivo e, spesso in comcomitanza di un ictus emorragico, un intenso mal di testa.
Stando ai dati degli ultimi anni, l'ictus è la seconda più frequente causa di morte al mondo, seconda solo dopo le patologie coronaiche.
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La Dott.ssa Luisella Troyer è un Medico Chirurgo, specializzata in Chirurgia Vascolare e perfezionata nelle patologie linfatiche, in Oncologia Linfatica, in Proctologia, in Podoiatria e in Vulnologia.
Nella sua trentennale professione si è focalizzata sulla cura e sul trattamento (anche chirurgico) delle lesioni croniche a decorso ulcerativo, sulla corretta diagnosi e terapia del linfedema e sulla particolare cura e gestione del paziente oncologico pre e post chirurgia.
È uno dei pochi Medici in Italia ad occuparsi della complicata gestione dei pazienti con linfedema primitivo (congenito), e particolare attenzione è stata sempre rivolta alla diagnosi e alla gestione della paziente affetta da lipedema, malattia per la quale la Dottoressa ha sempre richiesto l’adeguato riconoscimento come reale patologia, distaccata dalla semplice obesità o adiposità localizzata.
Il suo approccio terapeutico per i pazienti linfatici è basato sulla Terapia Complessa Decongestionante, e su un follow-up preciso, puntuale e costante, comprensivo di particolare riguardo alla cura della cute e al linfobendaggio.
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