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Dott.ssa Luisella Troyer Chirurgo Vascolare Angiologo a Milano
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Attenzione: quest'articolo tratta di materie a carattere medico scientifico.
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Quest'articolo è stato aggiornato dalla Dott.ssa Luisella Troyer il giorno: domenica 11 agosto, 2024
Hai dolore ad un braccio oppure una gamba, tanto che ti impedisce di eseguire anche i più banali movimenti?
Sei uno sportivo o fai un lavoro molto sedentario che ti comporta vizi posturali che, alla lunga, ti hanno fatto sviluppare un dolore cronico che è andato via via peggiorando?
Le tendiniti sono patologie molto serie ed invalidati che, se trascurate, compromettono pesantemente le articolazioni e, con esse, la tua autonomia di movimento.
A Milano, scopri l’eccellenza della Fisioterapia Riabilitativa della Dott.ssa Luisella Troyer e del Dott. Andrea Currò: leggi questa pagina per scoprire cos’è la tendinite, da cosa è causata e come si cura.
Cos’è la tendinite?
Il tendine calcaneale, conosciuto popolarmente come Tendine d'Achille, è uno dei tendini maggiormente colpiti dalla tendinopatia
In Medicina, per tendinite s’intende l’infiammazione di un tendine.
I tendini sono quelle strutture iper-elastiche, parte del tessuto connettivo, che uniscono i muscoli alle ossa.
Il loro compito è pertanto di cruciale importanza, ed è quello di riversare la forza muscolare direttamente sulle ossa, permettendo dunque il movimento.
I tendini sono strutture incredibilmenteresistenti e tenacemente ancorate ad ossa e muscoli, che non si danneggiano facilmente.
La tendinite è un processo infiammatorio dato dalla lesione di un tendine, che nella grande maggioranza dei casi è dovuta non a ‘strappi’ singoli e violenti, ma a ripetuti e continui micro-traumi che, nel corso degli anni, lentamente degenerano il tendine, sino a sfiancarlo e a portare alla sua infiammazione.
Nei casi più gravi la lesione squarcia totalmente il tendine, e diviene quindi di interesse chirurgico.
Il tendine infiammato e fiancato quindi duole sia al movimento che alla palpazione, rendendo spesso semplici articolazioni basilari molto dolorose.
Qualsiasi tendine del corpo umano può essere soggetto a tendinite ma per ovvi motivi di carico i tendini più colpiti dalla patologia sono quelli del gomito, della spalla, delle mani, delle ginocchia e delle caviglie (ad esempio, il famoso tendine d’Achille, conosciuto in ambito medico come tendine calcaneale).
Alcuni sport, come ad esempio il tennis o il padel, causano movimenti ripetuti e micro-traumi costanti, che sfibrano lentamente i tendini e causano la tendinopatia.
Anche alcuni lavori, fiorieri di posizioni innaturali (come ad esempio il lungo tempo passato sulla scrivania) possono calcificare il tendine, causandone infiammazione
I tendini sono strutture che non si danneggiano facilmente.
Per il loro fondamentale carico di giunzione tra muscolo ed ossa, infatti, il loro tessuto è iper-elastico ed incredibilmente resistente, saldamente ancorato sia a muscolo che osso.
Oltre il 97% delle tendiniti è dovuta ad un sovraffaticamento del tendine, dovuto a ripetuti e piccoli traumi, continui nel tempo.
Difatti, sovraccarichi singoli, seppur massicci, solitamente non lesionano il tendine, ma il muscolo.
I tendini sono strutture talmente forti che, anche in presenza di uno ‘strappo’, cioè uno sforzo singolo e sbilanciato, solitamente non si danneggiano, scaricando la lesione piuttosto sul muscolo.
Invece, micro-traumi continui e ripetuti, comuni ad esempio a sportivi, culturisti o certe categorie di lavoratori, sfiancano a poco a poco la struttura del tendine, che si indebolisce, sfociando poi in un’infiammazione.
Oltre alle micro-lesioni continue e ripetute, le altre cause o fattori di rischio che possono portare ad un’infiammazione del tendine sono:
Vizi posturali dati da particolari posizioni di lavoro (come ad esempio i lunghi periodi di lavoro sulla scrivania davanti al computer);
Calzature non idonee, oppure postura e camminata in deficit, mai corrette con un idoneo plantare;
Uso massiccio di anabolizzanti, che porta ad un abrnome squilibro tra massa muscolare e tendini;
Ripresa degli allenamenti o dell’attività agonistica precoce dopo un periodo di stop o un infortunio;
Cambio drastico dell’attività fisica, dei ritmi di allenamento o della sua frequenza;
Mancanza di adeguato riscaldamento pre-agonistico o pre-allenamento;
In generale, sovraccarico per un’attività fisica alla quale non si è abituati, o non si è più abituati
Anche eventuali problemi congeniti o particolari condizioni fisiche possono favorire una tendinopatia, ad esempio:
Difetti posturali dovuti a piattismo, o al piede cavo;
Il valgismo delle ginocchia o dell’alluce;
Asimmetrie degli arti (ad esempio, per cause malformative o per incidenti);
Deformazione delle ossa a seguito di artrite reumatoide
In generale, laddove vi sia un’anomalia posturale, articolare o muscolare non adeguatamente corretta, è ipotizzabile che si possa favorire lo sviluppo di una tendinite.
Il padel (chiamato anche paddle), ovverosia lo sport molto simile al tennis che, ultimamente, è diventato molto popolare anche in Italia, è uno degli sport responsabili del più alto numero di tendinopatie per gli atleti, solitamente al gomito.
I motivi di ciò sono essenzialmente due: l'uso di racchette piene, senza corde, che attutiscono molto di meno l'urto della palla e scaricano molto più il ritorno al braccio, e una certa propensione degli sportivi amatoriali ad iniziare subito l'attività senza il necessario riscaldamento.
La mancanza di riscaldamento pre-attività, cosa comune nel caso di atleti amatoriali che si mettono a giocare subito dopo una giornata passata ad esempio in ufficio, è ormai un problema ben noto ai Medici e ai Fisioterapisti, che causa un gran numero di tendiniti ogni anno nella sola Italia.
Gran parte di queste tendinopatie causate dal padel si sviluppa proprio all'avambraccio, a carico dell'epicondilo del gomito (l'epicondilite, chiamata anche 'gomito del tennista').
Per prevenire questo pericolo possono essere utilizzate racchette di ultima generazione, in grado di ammortizzare meglio il colpo di ritorno della palla e, ovviamente, eseguire un adeguato riscaldamento prima dell'attitivà di padel vera e propria.
Quali sono i sintomi di una tendinite?
Il sintomo principale di una tendinite è, ovviamente, il dolore localizzato laddove il tendine risiede anatomicamente.
Tale dolore può essere variabile d’intensità, e può accentuarsi o comparire solo durante i movimenti del muscolo a cui il tendine lesionato è legato (movimenti sia passivi che attivi).
A volte, il dolore è percepito solo durante la palpazione o la pressione sul punto esatto di lesione del tendine, e spesso l’infiammazione comporta anche una riduzione della forza complessiva del muscolo collegato.
Periodi prolungati di inattività del tendine a cui seguito repentine riattivazioni muscolari, come ad esempio al mattino, al risveglio dal riposo, generalmente vengono percepiti come molto dolorosi dal paziente.
In caso degli sportivi, il dolore al tendine lesionato è solitamente presente all’inizio dell’attività e alla sua fine, attenuandosi nel mezzo.
La rottura del tendine invece comporta un dolore intenso ed improvviso, a cui segue gonfiore, ecchimosi e tumefazione della zona del corpo in cui il tendine risiede, che diviene inoltre particolarmente calda e molto dolente al tatto.
Il tendine, evidenziato nel circolo rosso, ha il compito di scaricare la forza muscolare sull'osso, permettendo quindi il movimento
La tendinite viene diagnosticata per mezzo di un esame sia clinico che strumentale.
Sebbene già l’anamnesi e la descrizione dei sintomi fatta dal paziente indirizzano il Medico o il Fisioterapista verso la giusta diagnosi, la visita clinica è sempre richiesta.
La sola visita comunque non è sufficiente per avere un quadro certo e preciso della tendinite: ad essa va infatti accorpato un esame strumentale, che può essere la Risonanza Magnetica Nucleare oppure un’ecografia.
La Risonanza Magnetica Nucleare è l’esame diagnostico di riferimento, di estrema precisione.
Grazie ad esso, è possibile visionare con dovizia la sede della lesione tendine e della sua infiammazione, ed è un’esame per immagini certo e incontrovertibile.
L’ecografia, sebbene meno precisa, è comunque un esame essenziale per la diagnosi di una tendinopatia: è rapida da fare, è economica e può essere facilmente ripetuta più volte anche in corso di terapia, aiutando quindi il Medico o il Fisioterapista nel monitoraggio dei progressi terapeutici.
Gli ultrasuoni terapeutici possono essere utilizzati con efficacia nelle tendiniti, soprattutto per la loro caratteristica di provvedere ad un'ablazione meccanica dei tessuti calcificati
La cura della tendinite varia a seconda della gravità della lesione tendinea, nonché della sua eventuale cronicizzazione e calcificazione tissutale.
In caso di lesione ma non di rottura del tendine, l’approccio conservativo è prioritario.
La prima fase di dolore acuto viene combattuta con l’assoluto riposo, l’applicazione di ghiaccio e l’assunzione di farmaci antinfiammatori e, eventualmente, analgesici.
Se l’infiammazione è grave, il Medico può effettuare anche delle infiltrazioni di corticosteroidi.
Qualora invece il tendine risulti completamente lesionato, il ricorso alla chirurgia è sempre necessario, e deve essere effettuato quanto prima.
L’immobilizzazione è di estrema importanza durante la fase acuta della tendinite.
Difatti, se non viene rispettata, non solo l’infiammazione non guarisce, ma è possibile assistere all’estensione della flogosi anche agli altri tessuti sani del tendine, di fatto peggiorando la situazione.
Sia l’approccio conservativo che chirurgico non sono però sufficienti a portare alla guarigione il tendine infiammato o lesionato.
Ai due approcci va sempre e necessariamente associata la giusta fisioterapia riabilitativa.
Quando occorre ricorrere alla Chirurgia per la tendinite?
L’approccio chirurgico per una lesione tendinea si rivela sempre necessario quando vi è una completa separazione del tendine (cioè la sua rottura).
L’operazione di ricongiungimento dei due lembi lesionati del tendine deve essere effettuata il prima possibile dalla rottura, e le moderne tecniche chirurgiche di oggigiorno prevedono anche approcci mini-invasivi all’intervento.
Il ricorso alla Chirurgia è usato anche come extrema ratio dopo il fallimento delle terapie conservative.
In quel caso, l’obiettivo della Chirurgia è quello di asportare il tessuto ormai cronicamente infiammato e, praticando le opportune incisioni sul tendine, favorirne la naturale guarigione.
La riabilitazione fisioterapeutica per la tendinite
Passato il periodo di infiammazione acuta o superata la convalescenza chirurgica, il paziente affetto da tendinite deve obbligatoriamente iniziare l’adeguato percorso fisioterapico di riabilitazione.
Tale percorso, della durata variabile, ha come scopo quello di ripristinare la giusta elasticità del tendine e, piano piano, portarlo a condizione di pieno lavoro, aumentando gradualmente il suo carico.
Ciò è ottenuto mediante l’inizio di un percorso preciso, personalizzato a seconda del paziente, che comprende esercizi a carico naturale, isometrici e di stretching.
Durante la riabilitazione, il Medico o il Fisioterapista possono integrare l’attività fisica con trattamenti ad energia, come ad esempio la diatermia o l’ultrasuonoterapia.
Possono essere utilizzati anche tutori elastici, possono essere compresi speciali massaggi decontratturanti e miorilassanti e può essere somministrata anche una terapia di tipo TENS(TransCutaneous Electrical Nerve Stimulation).
La riabilitazione si ritiene completata con successo quando il paziente riacquista totalmente o comunque nella parte maggioritaria la funzionalità del tendine e del muscolo al quale esso è attaccato.
Durante tutta la terapia il Fisioterapista deve rimanere in stretto contatto col Medico, discutendo ed eventualmente ritoccando con lui il piano riabilitativo e provvedendo ai doverosi controlli strumentali (principalmente per via ecografica).
In medicina, un tessuto 'calcificato' s'intende un tessuto ormai divenuto molto duro e di difficile manovrabilità.
Essendo il tendine un tessuto obbligatoriamente iper-elastico, la sua eventuale calcificazione rappresenta un grosso problema per il suo movimento.
Tendinopatie trascurate nel tempo o mal curate possono portare ad una calcificazione dei tessuti interni del tendine, che quindi perde la sua funzionalità, ed è più predisposto alle rotture.
La terapia riabilitativa ha come scopo proprio quello di de-calcificare i tessuti calcificati, riportandoli ad una corretta elasticità.
Ciò è svolto con adeguato esercizio di stretching e, non di meno, utilizzando anche gli ultrasuoni terapeutici, la diatermia o la tecarterapia.
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I tendini sono particolari strutture del tessuto connettivo che permettono di scaricare la forza muscolare sull'osso, garantendo il movimento;
I tendini sono simili a tante 'corde di violino' racchiuse in una membrana, la membrana tendinea;
Essendo eccezionalmente elastici e resistenti, i tendini possono subire anche carichi molto pesanti in brevi periodi temporali, ma sono molto sensibili ai micro-traumi ripetuti nel tempo;
Una tendinite è un'infiammazione ad un tendine, quasi sempre di origine traumatologica;
Piccole lacerazioni della guaina tendinea o dei tendini stesse, protratte nel tempo, sono la prima causa principale delle tendiniti;
Le tendiniti sono molto comuni negli sportivi e in certe categorie di lavoratori;
Il mancato riscaldamento iniziale prima di un esercizio fisico o il continuo ripetere di movimenti tutti uguali può controbuire a sfiancare lentamente il tendine, causando una tendinite;
La tendinite può essere acuta o cronica, a seconda del grado di calcificazione dei tessuti del tendine;
La chirurgia è utilizzata solo in caso di lesione totale del tendine, oppure come extrema ratio dopo il fallimento di ogni terapia conservativa;
La diagnosi della tendinite deve essere fatta da un Medico, oppure da un Fisioterapista esperto;
L'esame clinico è spesso accorpato ad esame strumentale per confermare l'infiammazione del tendine, come ad esempio un'ecografia oppure una Risonanza Magnetica Nucleare;
La fase acuta della tendinite prevede il riposo e il ricorso agli antinfiammatori, mentre la fase cronica prevede prima la decalcificazione dei tessuti ormai fibrotizzati;
Quale che sia la terapia scelta per combattere la tendinite, essa non può comunque prescindere dal percorso fisioterapico riabilitativo;
Se ben trattata con la giusta fisioterapia, la tendinite recede completamente, riportando il paziente ad una completa funzionalità;
Le terapie ad energia come gli ultrasuoni, la diatermia e la tecarterapia sono spesso utilizzate come eccellente complemento della fisioterapia durante la riabilitazione
Ascolta il Dott. Andrea Currò spiegarti cos'è una tendinite
Da oltre trent'anni, studia le principali condizioni patologiche che possono affliggere gli sportivi (amatoriali e non), nonché i professionisti della danza.
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La Dott.ssa Luisella Troyer è un Medico Chirurgo, specializzata in Chirurgia Vascolare e perfezionata nelle patologie linfatiche, in Oncologia Linfatica, in Proctologia, in Podoiatria e in Vulnologia.
Nella sua trentennale professione si è focalizzata sulla cura e sul trattamento (anche chirurgico) dellelesioni croniche a decorso ulcerativo, sulla corretta diagnosi e terapia del linfedema e sulla particolare cura e gestione del paziente oncologico pre e post chirurgia.
È uno dei pochi Medici in Italia ad occuparsi della complicata gestione dei pazienti con linfedema primitivo (congenito), e particolare attenzione è stata sempre rivolta alla diagnosi e alla gestione della paziente affetta da lipedema, malattia per la quale la Dottoressa ha sempre richiesto l’adeguato riconoscimento come reale patologia, distaccata dalla semplice obesità o adiposità localizzata.
Il suo approccio terapeutico per i pazienti linfatici è basato sulla Terapia Complessa Decongestionante, e su un follow-up preciso, puntuale e costante, comprensivo di particolare riguardo alla cura della cute e al linfobendaggio.
Come Medico Estetico, la Dottoressa si è dedicata con particolare riguardo al benessere e alla salute delle gambe, adottando nuovi approcci chirurgici per la risoluzione del lipedema (la Liposuzione a Zone Selettive) e il protocollo estetico ElastSkin, per la riduzione significativa della cellulite e della lassità cutanea di cosce e caviglie.
La Dott.ssa Luisella Troyer è Chirurgo Vascolare nel reparto vulnologico del Piede Diabetico dell’Istituto Clinico Città Studi di Milano, e visita privatamente presso il suo studio Salus Mea in centro città, in Via della Moscova 60.
Perfezionata anche in Proctologia e nella risoluzione della patologia emorroidale, nel suo studio risolve i casi più complicati emorroidi patologiche, utilizzando l'avanzata tecnica a scleromousse stabilizzata con aria sterilizzata.
Come Medico Podoiatra, la Dottoressa si occupa a 360° della salute del piede, con servizi di Podoiatria e Podologia avanzati, dalla pedicure sanitaria sino alla cura delle ulcere gravi nei pazienti affetti da piede diabetico.
Lo studio della Dott.ssa Luisella Troyer è uno studio medico, dove opera esclusivamente personale sanitario.
Tutti i trattamenti medico-estetici sono dunque erogati da Medici, fisioterapisti od infermieri professionisti, specializzati proprio nelle dismorfie del pannicolo adiposo e nel ringiovanimento del corpo.
Lo studio della Dottoressa non è un centro estetico, e tutti i trattamenti di natura estetica sono prescritti esclusivamente dopo l'idonea visita medica.
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